
Con questo non neghiamo la presenza di problemi nel partito, ma crediamo che andrebbero affrontati nel merito e con una proiezione esterna. Non è utile un’operazione, preparata a tavolino in una logica tutta interna, di ribaltamento sostanziale della maggioranza uscita dal congresso. Si rischia di produrre ulteriori divisioni, senza nemmeno essere in grado di spiegarne i motivi ai nostri elettori.
Sarebbe stato meglio evitare tutto questo, ma se proprio si vuole cambiare la maggioranza congressuale, la strada maestra è un nuovo congresso, ed è questo che anzitutto diremo in assemblea sabato prossimo. Se invece l’assemblea sceglierà di procedere alla surroga del segretario con una votazione interna, saremo chiamati a scegliere fra le figure di Luigi Tosiani e di Sergio Maccagnani.
Non sono in discussione le qualità personali dei due candidati. Ma certo è difficile spiegare come sia stato possibile arrivare a una conta fra due persone che hanno strettamente cooperato col segretario dimissionario Francesco Critelli, come vice segretario l’uno e come responsabile degli enti locali e poi coordinatore della segreteria l’altro. Il che ci riporta al tema centrale di un’operazione sintetica di ribaltamento di maggioranza, che noi non vogliamo sostenere. Per questo non voteremo Tosiani e nel caso di voto in assemblea sui candidati la nostra preferenza andrà a Maccagnani.
Diciamo queste cose con chiarezza anche per marcare una differenza sostanziale con chi da un lato promuove o cavalca operazioni come questa e dall’altro pontifica sui giornali sul superamento di correnti e di notabili, reiterando quindi l’antico vizio di predicare bene e razzolare male.